Tecnica colturale della specie

Il ciclo colturale  dello zafferano è generalmente poliennale per le caratteristiche stesse della specie che è una bulbosa perenne.
Ambiente di coltivazione:
Clima
Lo zafferano si adatta ad un clima mediterraneo – continentale con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche. Il suo ciclo biologico gli permette di superare temperature estreme sia invernali (- 15° C) che estive (40° C). Cresce bene in climi con piovosità annuale che vanno da 250 a 600 mm con precipitazioni massime estive di 40 mm.
Terreno
Predilige i terreni di medio impasto ma si coltiva bene in qualsiasi tipo di terreno purché con poco scheletro e non soggetto a ristagno idrico.
Materiale vegetale disponibile per la coltivazione e la propagazione.

Attualmente non ci sono varietà iscritte al Registro delle Varietà Commerciali ma si parla di zafferano in funzione della provenienza (spagnolo, greco, sardo, aquilano, ecc.). Essendo una specie triploide, che si riproduce solo per via agamica, il materiale di propagazione è costituito unicamente dai bulbo tuberi. Prima dell’impianto della coltura bisogna accertarsi, facendo affidamento all’esame visivo, che i bulbi non siano danneggiati e non presentino infezioni da funghi, inoltre è bene valutare le dimensioni del bulbo perchè influenzano direttamente la fioritura del primo anno di impianto.
L’impianto della coltura avviene generalmente in un periodo che va da giugno a settembre variando nelle diverse zone di coltivazione in funzione delle condizioni climatiche e delle tradizioni colturali del luogo.

Sesti e profondità di impianto.

La densità di impianto varia in funzione delle tradizioni locali . Recentemente con la possibilità di meccanizzare una parte delle operazioni colturali varia pure in funzione dei mezzi che le aziende hanno a disposizione.
In Spagna i bulbi vengono posti nel terreno ad una profondità che varia da 15 a 20 cm in solchi distanti fra loro 50 cm. Nel solco, i bulbi si mettono a circa 3 cm l’uno dall’altro. In Grecia la profondità di impianto è di 25 cm con un interfila di 10 - 20 cm. La distanza fra i bulbi può essere di 3 - 15 cm sulla fila.
La tecnica di coltivazione abruzzese (cicli annuali) prevede la preparazione del terreno in aiuole leggermente rialzate, separate da un corridoio di 30 cm. In queste aiuole si fanno tre o quattro solchi distanti 20 – 25 cm e profondi 20 cm in cui i bulbi si pongono in fila continua.
La profondità di messa a dimora dei bulbi è di 15 –20 cm con la parte basale ancorata al terreno. L’interfila va da un minimo di 40 cm a più di 100 cm. La distanza dei bulbi sulla fila è in media di 10 cm.
I sesti di impianto dipendono in ogni caso da come l’agricoltore intende fare le operazioni colturali successive (controllo delle infestanti, rincalzature, ecc.) manualmente o meccanicamente in funzione dei mezzi che ha a disposizione.

Per determinare poi il quantitativo in peso dei bulbi da impiantare si deve considerare che in un chilo ci siano al massimo 60 – 100 bulbi. Ciò fa sì che sin dal primo anno di impianto si abbia una fioritura abbondante.